Siria, antebellum
Mi trovavo in Siria per realizzare un reportage sul sapone di Aleppo, incaricato di documentare tutte le varie fasi di lavorazione di questo prodotto famoso nel mondo. Mi sono quindi mosso tra le antiche mura di questa splendida cittadina appunto, ma ho anche attraversato trasversalmente il paese fino a raggiungere Damasco.
Questo solo pochi mesi prima dello scoppio della guerra civile che sta insanguinando drammaticamente il paese. Nessuno passeggiando per le strade di Aleppo, della capitale e nei paesini della campagna circostante si sarebbe immaginato che sarebbe potuto succedere ciò che sta vivendo adesso il popolo siriano.
La gente era tranquilla, i mercati affollati, le donne uscivano per fare shopping e per giocare con i loro figli, gli uomini si prendevano i loro momenti di relax negli hammam cittadini. Si respirava un’atmosfera di pace; il profumo del pane appena sfornato inondava gli stretti vicoli cittadini e si accompagnava al rito del tè e alla lettura del quotidiano con le notizie del giorno. Il venerdì la maggioranza della popolazione di religione musulmana, si ritrovava in moschea per la preghiera serale e così nelle chiese cristiane si santificava la domenica. Durante la settimana ognuno era dedito al proprio lavoro: il meccanico, l’artigiano, il gioielliere, il fabbro, il marmista. Una pausa per pregare e un’altra per prendere un buon caffè. I turisti si muovevano sicuri e rilassati tra i negozi di spezie e profumi dei mercati coperti alla ricerca del souvenir da riportare a casa o da regalare agli amici.
Grazie al mio reportage sul sapone ho seguito la raccolta delle olive nelle campagne, la spremitura per ottenerne l’olio e tutte le successive lavorazioni per arrivare al prodotto finale, il sapone appunto. Sono entrato nelle case degli operai dove le donne, nell’intimità delle quattro mura libere di fumare, selezionavano con cura i tocchi di sapone come in una sorta di controllo qualità. Mi hanno mostrato con quanta dedizione e amore realizzavano questo prodotto, eccellenza dell’economia nazionale.
Mi ricordo Mohamed, la mia guida, il cui essere ospite lo faceva sentire orgoglioso. Allegro, professionale nel suo lavoro e felice di illustrarmi tutti i processi di sviluppo oltre a darsi da fare per mostrarmi le bellezze e la vita del suo paese. E così mi ha portato anche nei siti archeologici di epoca romana, nei suk, mi ha accompagnato sulle colline che dominano la capitale per farmi vedere quanto Damasco sia estesa. Mi ha fatto conoscere i suoi amici, la sua famiglia, i suoi figli e con loro mi ha fatto condividere situazioni di quotidiana armonia.
Ero in Medioriente dove comunemente si associano situazioni di rischio e tensione e invece stavo vivendo un’esperienza unica di estrema tranquillità in totale sintonia con l’ambiente e le persone che mi circondavano. Mai avrei pensato che potesse scoppiare un conflitto interno. Non mi intendo di politica internazionale, sono un semplice fotografo che osserva, magari con occhi forse diversi, la realtà intorno a sé, ma mi sembra impossibile che tutto quello che sta accadendo sia conseguenza di una repressione dittatoriale del cosiddetto regime di Assad. Parlando con la gente comune, con lo stesso Mohamed e i suoi amici, nessuno anche nell’intimità di una cena in famiglia e dopo qualche birra in compagnia, faceva percepire una profonda scontentezza tale da approdare a una guerra civile. Chissà che manovre e cosa si sta giocando in quei territori. Come sempre le conseguenze delle lotte di potere ricadono sui civili inermi troppo spesso considerati danni collaterali.
Questi scatti vogliono rendere omaggio a un popolo pacifico, gioioso, orgoglioso di essere siriano, di appartenere a quella terra, nella speranza – credo purtroppo vana – che presto tutto possa tornare all’armonia di un tempo che fu anche se si tratta di pochi mesi fa.
Buona luce
Cristina Insinga" rel="external nofollow">Cristina Insinga 29 Luglio 2012 at 23:25
Complimenti come sempre Edoardo. Vedendo queste foto sembra davvero impossibile credere agli ultimi fatti che stanno accadendo in questo paese.
Marco" rel="external nofollow">Marco 30 Luglio 2012 at 08:28
Le tue foto parlano sole, c’è gente che vive la quotidianità con pace e serenità.
Purtroppo troppo spesso i popoli sono vittime di decisioni di chi lotta per il potere, in Siria così come nel resto del mondo.
Complimenti per l’iniziativa, la gente deve essere informata.
Buona giornata
Marco
Edoardo" rel="external nofollow">Edoardo 30 Luglio 2012 at 10:23
Proprio così… un saluto Marco e Cri