Dall’India un omaggio a Pellegrin – From India a tribute to Pellegrin
Spero che ognuno di voi conosca la fotografia di Paolo Pellegrin, uno dei più importanti fotografi internazionali, vincitore di numerosi World Press Photo. Uno di quei fotografi che fanno la differenza e si elevano nello, spesso sempre più triste, panorama fotografico mondiale. Romano, ma sempre in giro a documentare guerre e drammi sociali. Il suo bianco e nero, estremo nei toni scuri, ricorda quello esasperato di Eugene Smith ma i suoi tagli molto spinti gli fanno prendere subito le distanze dal grande fotografo americano. Un black&white talvolta ‘sporco’, un uso del mosso al limite della leggibilità, neri chiusi e ‘grana’, o rumore visto che siamo nell’era digitale, evidente.
Non è certo la mia fotografia fatta in prevalenza di colore e pulizia nell’immagine, ma leggendo gli scatti di Pellegrin non si può non rimanere affascinati dalla sua forma espressiva. Una fotografia che deve essere metabolizzata, ma anche dopo essersi sedimentata dentro di noi lascia spazio a nuove visioni e pensieri. Una fotografia assolutamente ‘aperta’.
Curioso come sono, ho provato a confrontarmi con il suo stile cercando di esprimere ‘alla Pellegrin’ quella che è la mia visione dello scatto. Quindi niente drammi o denunce, ma semplicemente lo scorrere del quotidiano. Dall’India di Holi e quindi dei colori ecco invece una serie di fotografie in bianco e nero fatte sempre durante il mio ultimo viaggio/workshop che documentano due sport, il football e il cricket, che i giovani praticano dove capita: da un vero campo di calcio alle strade o piazze di piccoli villaggi. Siamo nel Nagaland territorio ai confini con la Birmania.
Buona luce