Se pensate che sia facile prendere una Fotografia chiamate il vostro amico a farla. Magari non costa niente
Quando entri in un autosalone e ti informi sul costo di un’auto non ti meravigli se ti viene detto 15.000 euro per un’utilitaria o 70.000 o più per una di lusso. Se entri in uno studio notarile per fare un atto di compravendita di un immobile non ti meravigli se la sua parcella è di alcune migliaia di euro. Se hai bisogno di un dentista e ti informi su una devitalizzazione o un impianto non ti meravigli se ti vengono richiesti mille o più euro. Potrei continuare con altri esempi: dall’avvocato a un litro di latte, da una baita a Cortina a un quotidiano, da un gioiello di Cartier a un pullover firmato Cucinelli. Non ti meravigli neppure se compri una bottiglia di acqua minerale a 1,50 euro o spendi 3 euro per una pasta e un cappuccino a colazione. Non ti meravigli perché in tutte queste cose c’è la consapevolezza del valore o del costo di quello che stai comprando. Una consapevolezza consolidata da una cultura popolare e diffusa.
Nella fotografia – e mi sembra anche nella musica e in pochi altri mestieri – questa consapevolezza non c’è, anzi c’è ben altro. ‘Ci vieni a fare due scatti?’ ‘Porta la macchina fotografica così ci fai un po’ di foto.’ ‘Ma come, costi così tanto per tre ore?’ ‘Mio fratello deve lavorare un mese per quello che te chiedi per poche ore di scatti.’ ‘Ma se non hai neppure più il costo dei rullini, perché tutti questi soldi?’ ‘C’è un mio amico che me lo farebbe gratis il servizio per il mio matrimonio.’ ‘Oggi con il digitale tutti sono in grado di tirare fuori 50 scatti buoni.’ ‘Guarda che foto ho fatto con il mio cellulare’.
Beh… quello che consiglio sempre ai miei clienti è che, se pensano di trovare un servizio fotografico simile a quello che posso offrire io, se hanno un amico che, senza costi, gli realizza qualcosa di paragonabile a quello che gli potrei dare io, se pensano che sia sufficiente fare 10.000 scatti per tirarne fuori 100 buoni sarebbero stupidi a buttare via i loro soldi. Che vadano pure dall’amico, dallo zio Bob, che diano la macchina fotografica a un parente e gli dicano di scattare a raffica, in fondo cosa ci vuole a fare una bella fotografia. Se poi vogliono un professionista e pensano che tutti i fotografi siano uguali che vadano assolutamente da quello che costa meno, perché spendere o spendere di più se puoi avere la stessa cosa ad un prezzo molto più basso o addirittura gratis? Anche i quadri di Fontana sono dei semplici tagli e le tele di Pollock dei semplici schizzi multicolori e, in fin dei conti, anche quelli cosa ci vuole a farli.
Lasciatemi però fare alcune doverose considerazioni. Ci tengo a sottolineare prima di tutto che il mio compenso non è dato dalle ore di lavoro effettivo, ma dalla somma di quelle, e dei miei 25 anni di esperienza. Che il mio lavoro non finisce dopo aver scattato ma continua, e per molto più tempo, dopo, nell’editing, nello sviluppo e nella post produzione di ogni singolo file scelto. Che le macchine fotografiche e gli obiettivi per scattare, i computer e i programmi per processare le foto, i NAS e i vari hard disc per archiviare, le competenze acquisite nel tempo grazie alla frequentazione di workshop e seminari, la visita di mostre, la consultazione di libri non mi sono stati regalati per Natale – come magari la macchina fotografica dell’amico – ma li ho comprati e sono costati tanto. Che forse quell’immagine che avete visto nel mio sito internet o su Facebook, quel progetto fotografico o quel matrimonio che vi ha fatto emozione forse, e ripeto, forse, non tutti sono in grado di fare. Che forse c’è qualcosa che si chiama talento, sensibilità, fattore X che forse, e ripeto, forse il vostro amico non ha. Che certi traguardi, certi premi internazionali, certe fotografie pubblicate su prestigiose riviste non sono stati raggiunti con la sola fortuna, ma denotano una certa professionalità che magari, forse, altri non hanno.
Purtroppo per molti il Fotografo è semplicemente uno che preme un pulsante di scatto (e cosa ci vuole a farlo), certo magari ce ne sono tanti che prendono fotografie con lo stesso ‘amore’ e competenza con cui un carrozziere fotografa l’auto incidentata per l’assicuratore, ma non sono tutti così. Certe immagini non vengono per caso, dietro a uno scatto interessante c’è spesso la vita di un Uomo con il suo talento, le sue capacità, le sue gioie, i suoi dolori, con le sue letture, i suoi studi, i suoi incontri, le sue manie, i suoi sacrifici ma molti questo non lo comprendono e continuano a legare il valore di una fotografia a quello della compact flash dove è memorizzata. E’ una questione di scarsa cultura all’immagine? Può darsi. La fotografia è diventata qualcosa di popolare, a disposizione di tutti. E’ un linguaggio, un modo di comunicare ma stranamente non viene insegnata nelle scuole dell’obbligo. Forse è per questo che non si comprende l’impegno che c’è dietro a una tale professione. Non colui che ignora l’alfabeto, bensì colui che ignora la fotografia sarà l’analfabeta del futuro dice Laszlo Moholy-Nagy. Qualcuno direbbe: meditate gente, meditate.
Buona luce
P.S.: lungi da me fare dei paragoni indegni tra me e Fontana o Pollock. Io credo di essere un bravo piccolo fotografo loro sono dei geni. Era solo un esempio niente più.