L’infrarosso nel matrimonio, una fotografia da sogno

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Sono passati quasi vent’anni da quando mi avvicinai per la prima volta alla fotografia all’infrarosso. Allora esisteva una emulsione in pellicola prodotta dalla Kodak. Solitamente veniva utilizzata per usi scientifici o militari, io, ma non fui certamente il primo, iniziai ad usarla nel matrimonio. Presentava molti problemi nella gestione, bisognava stare molto attenti nel caricarla ed estrarla dalla macchina (queste operazioni dovevano essere fatte al buio), i bagni di sviluppo non erano quelli classici del bianco e nero e la messa a fuoco difficoltosa. Il risultato era però magico. Oggi, con il digitale, è tutto molto più semplice pur mantenendo la stessa magia. Quello che vedete nella mia fotografia all’infrarosso NON si tratta di un’elaborazione in Photoshop – non si otterrebbe assolutamente lo stesso effetto – , ma ho convertito una macchina digitale per scattare unicamente all’infrarosso. Ottengo così un file RAW direttamente on camera. Ma facciamo un piccolo passo indietro per spiegare cosa è la fotografia all’infrarosso o IR (infrared) photography.

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Cosa è la fotografia all’infrarosso

Con la fotografia all’infrarosso si ha l’opportunità di esplorare un nuovo mondo, il mondo dell’invisibile o almeno parte di esso. Perché “non visto”? Perché i nostri occhi letteralmente non possono vedere la luce a infrarossi, perché la frequenza con cui vibra l’IR è appena al di là dello spettro del “visibile”, cioè di quello che la vista umana è in grado di rilevare. Scattando all’infrarosso ci avviciniamo ad un mondo che spesso può sembrare molto diverso da quello che siamo abituati a vedere. Colori, texture, foglie e piante, pelle umana e tanti altri oggetti possono riflettere la luce IR in modi unici e interessanti, creando delle atmosfere quasi oniriche. E’ per questo, proprio perché ci si avvicina all’idea del sogno che mi è piaciuto fin da subito l’idea di associare tale fotografia al matrimonio. Ovviamente come ogni forma di piacere legato alla fotografia o all’arte è una questione di gusto. Quindi questa alterazione visiva nel bianco e nero può suscitare qualche perplessità. Personalmente, come fotografo per il mio modo di ‘vedere’ il matrimonio ma non solo, l’adoro.

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Breve storia

La fotografia all’infrarosso ha una storia più recente della normale fotografia. Nasce per uso militare agli inizi del XX secolo in quanto riusciva ad evidenziare costruzioni, rifugi ed eventuali depositi d’armi, nascosti da fogliame o alberi, proprio per la sua capacità di rivelare oggetti che riflettono la luce in modo diverso. Negli anni sessanta questa fotografia appassionò di più la massa e personaggi come Jimi Hendrix o Frank Zappa la utilizzarono per la copertina di loro album forse proprio perché spinti dai colori psichedelici che l’infrarosso ha nella sua versione e gestione a colori. Recentemente anche dei fotogiornalisti tipo il fotografo Richard Mosse l’hanno utilizzata per i loro reportage di guerra. Scrissi anche un breve articolo a tal riguardo qualche anno fa.

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Perché nel matrimonio

Come ho già detto io la utilizzo nel matrimonio e anche in viaggio e sempre solo nella ‘versione’ bianco e nero. Sono proprio le caratteristiche dell’infrarosso che mi affascinano. Le foglie, l’erba, gli alberi assumono diverse tonalità di bianco a seconda della luce e della clorofilla presente. L’incarnato diventa molto morbido, liscio anche se non la uso nel ritratto stretto perché evidenzia un po’ troppo le vene superficiali e affossa gli occhi. I vestiti cambiano di tonalità e talvolta le lenti degli occhiali spariscono. Toglie dall’aria il pulviscolo così da accentuare il senso di pulizia e nitidezza e aumenta i contrasti. Un cielo carico di nuvole, un prato e degli alberi alle spalle sono le ambientazioni migliori dove far camminare gli sposi. Nelle foto che precedono questo paragrafo si ha una idea più precisa di come la luce agisca nei vari soggetti che sono presenti nello scatto.

Nel matrimonio mi piace molto dare alla coppia qualcosa di unico e certamente l’infrarosso mi da questa opportunità. Come fotografo poi mi piace sempre esplorare nuovi modi espressivi per raccontare, per trasmettere emozioni e sensazioni diverse.

Buona luce… infrarossa ovviamente

P.S.: qualche spunto interessante a questo articolo l’ho trovato qui

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