Avere cultura fotografica fa scattare meglio?

un low key nel matrimonio, ma tipico di alcuna fotografia di reportage sociale

Sono da poco tornato da Riccione dove, insieme ad altri master, ho condotto un workshop sul reportage legato al matrimonio. Mi aveva chiamato Franco Russo storico ideatore di questa manifestazione, ‘Sposiamo Il Digitale’, dove la partecipazione di oltre 70 professionisti fotografi sottolinea l’importanza di un tale evento giunto alla sua 18esima edizione.

Questa 3 giorni, intensa professionalmente durante i seminari e goliardica nelle sue serate, mi da l’occasione per parlare di un argomento che mi è molto caro e che credo sia doveroso affrontare, soprattutto in ambito ai fotografi matrimonialisti: avere cultura fotografica fa scattare meglio?

Sicuramente conoscere l’anno esatto in cui ufficialmente nasce la fotografia o sapere che la Magnun è stata la prima cooperativa di fotografi al mondo (e non un gelato della Algida, come mi è stato detto) non ti fa scattare meglio, altrimenti qualunque professore universitario di storia della fotografia sarebbe il Bresson dei giorni nostri. Non basta ovviamente avere un bagaglio nozionistico, non basta citare e conoscere i lavori di Antoine D’Agata, Nan Goldin, Gilles Peress o Paolo Pellegrin per fare delle fotografie importanti. Però è un sintomo. Se fotografi senza conoscere la storia di quella che dovrebbe essere la tua passione prima del tuo lavoro, forse non ne sei così visceralmente coinvolto. Eugene Smith diceva che non si possono fare belle foto se non si è innamorati e, credo, si riferisse al suo amore per la fotografia.

con le dovute differenze ho cercato di trovare le atmosfere di Delano

Quando sei appassionato di qualcosa o di qualcuno, quando provi del vivo interesse, dell’entusiasmo, quando sei appunto innamorato, di quel qualcuno o qualcosa vuoi sapere tutto: il suo passato, i suoi progetti, le sue tappe importanti, i suoi legami con altre persone. Chiedi, ti informi, studi, leggi, scrivi, fai delle ricerche. Se sei un cantante e lo fai con passione, andrai ai concerti, comprerai cd e file musicali; se sei un attore sarai appassionato di cinema o di teatro; se sei un calciatore avrai una squadra del cuore, molto probabilmente avrai l’abbonamento allo stadio; se sei un fotografo… pensavo fosse scontato che tu andassi a mostre, comprassi libri d’arte, partecipassi a workshop, incontri, seminari, ti facessi leggere i tuoi lavori (in alcuni siti internet di ‘fotografi’ ho visto tra le varie voci di menù il ‘portafoglio’) e invece mi sono reso conto che così non è. Ripeto non che l’avere cultura fotografica faccia scattare meglio, ma sottolineo è un sintomo. Se non ami la fotografia, credo non sarai mai un bravo fotografo. Se non sei curioso, vieni meno ad una delle prerogative della crescita. Se fotografi solo per soldi, credo sia preferibile tu faccia qualcos’altro, sicuramente guadagneresti molto di più.

come non associare questo scatto ai famosi ‘Amanti’ di E. Erwitt

Credo fermamente che la mancanza di voglia di conoscere, si rifletta in scatti banali, standard, cartoline già viste dove ci si limita a copiare ciò di cui non ci si ricorda nemmeno l’autore. Magari sbaglio, magari il genio lo è a prescindere dallo studio, magari non ha nella sua biblioteca un solo libro fotografico o non ha mai ‘navigato’ nei siti della Noor, della VII, della Getty, di Contrasto, della Magnum ed è un grande fotografo comunque. Io, nella profonda consapevolezza socratica di sapere di non sapere, sono anni che sto cercando di conoscere il più possibile. Purtroppo non ho frequentato scuole di fotografia, non ho fatto l’istituto d’arte, quel poco che so me lo sono andato a leggere in biblioteca o a vedere in mostre in giro per l’Italia e non solo. Quando non avevo la più pallida idea di chi fossero alcuni grandi della fotografia come Arbus, Fusco, Berry, Gilden, Harvey, Woodman, Boulat, Capa, Towell solo per citarne alcuni, credevo di essere un bravo fotografo, credevo che le mie fotografie fossero dei bei scatti e mi crogiolavo nei complimenti di amici e parenti; da quando ho iniziato a riempire gli scaffali vuoti della mia libreria con Dies Irae, Leros, Inferno, Divided Soul, Istanbul, Feste religiose in Sicilia, Telex Iran, Workers, Zingari, Café Lehmitz e molti altri ancora mi sono reso conto di quanto era piccola – e sicuramente lo è ancora – la mia fotografia.

Telex Iran di G. Peress. Questo libro ha influenzato molti dei grandi fotografi di reportage di oggi

Per questo, in base alla mia esperienza magari sbagliata, sicuramente limitata, in tutti i miei workshop cerco di trasmettere quel poco che so sperando di stimolare un effetto domino e che coloro che mi hanno seguito possano a loro volta leggere di più, vedere di più. Chi mi chiede un consiglio su come fare a scattare meglio io gli suggerisco di leggere un libro: ‘Camera chiara‘ di Barthes. Non è un manuale di fotografia e nemmeno un libro d’immagini ma parla di fotografia e apre la mente a profonde riflessioni intorno allo scatto.

Anche in occasione degli incontri avuti a Riccione ho cercato di dare degli imput per approfondire alcuni aspetti della fotografia. Poca cosa rispetto a quanto una scuola di settore potrebbe fare, ma credo sia valsa comunque la pena. Ho riscontrato una conoscenza un po’ superficiale della fotografia nell’ambito dei cosiddetti matrimonialisti e credo fermamente che questa lacuna si rifletta poi nel modo di scattare. Forse se si studiasse tutti di più credo che anche la fotografia di matrimonio in generale ne trarrebbe vantaggio e potrebbe essere un piccolo passo verso una considerazione maggiore negli ambienti che ‘contano’. Credo che ognuno di noi debba riflettere sulle parole di Ansel Adams: una fotografia non si fa semplicemente con una macchina, ma è il frutto di tutte le immagini che hai visto, di tutti i libri che hai letto, di tutta la musica che hai ascoltato, di tutte le persone che hai amato.

Buona luce

Commenti

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Comments (16)

  1. Cristina Insinga" rel="external nofollow">Cristina Insinga 24 Novembre 2012 at 10:55

    Grazie per questo post Edoardo! Hai perfettamente ragione, avere una cultura fotografica non è tutto, ma è sicuramente un sintomo positivo che ti aiuta a incrementare la tua passione per la fotografia. Conoscere fotografi vecchi e nuovi non può che far bene, sicuramente ti porta a capire cosa ti piace di più e in qualche modo ti fa scoprire lo stile a cui ti vuoi avvicinare di più.
    Io nella mia grande ignoranza (sto cercando giorno per giorno di farmi una cultura fotografica) posso dirti che non conoscevo Ansel Adams, né tanto meno questa frase che ha scritto. Frase che mi ha molto colpita e che mi sono pure scritta per non dimenticarla. Quindi grazie per avermelo fatto conoscere. 🙂
    Per quanto riguarda la fotografia di matrimonio non posso che darti ragione, io ho la fortuna di lavorare con dei fotografi professionisti, alcuni molto validi e in gamba da cui guardando ho imparato molto, altri un po’ meno, ma non perché gli manchi qualcosa, ma solo perché hanno la presunzione di dire che quello che fanno loro sia il meglio del lavoro di tutti gli altri, e posso anche dirti che ci sono fotografi che non accettano il bianco e nero (che io prediligo), perché dicono che sia troppo facile e che lo sanno fare tutti. Io ho provato a spiegargli che la conversione in b/n la possono fare tutti, ma non lavorarlo e creare quindi un buon b/n.
    Io ammetto di fare ancora pena, sia nella fotografia che nella post-produzione, i miei b/n non sono perfetti, ho tanto da imparare, ma mi trovo in disaccordo quando i fotografi “professionisti” dicono che il b/n è cosa facile!
    Loro si che dovrebbero farsi una cultura fotografica!

  2. MarcoD" rel="external nofollow">MarcoD 24 Novembre 2012 at 11:50

    Gran bel articolo!
    Hai risvegliato in me la voglia di approfondire la mia passione per la fotografia assopita dalla noia di tutti i giorni.

    Grazie!

  3. valerio paterni 24 Novembre 2012 at 11:51

    Bè, che dire…..sei veramente una persona speciale, è un piacere ascoltarti nelle tue lezioni ed è un piacere leggere quello che scrivi, hai una cultura travolgente, e spero che sia arrivata anche ad altri….non ho altro che dire…..CHAPEAU…!!!

  4. Pino" rel="external nofollow">Pino 24 Novembre 2012 at 12:15

    Ciao Edoardo,
    gran bella riflessione detta con i giusti toni e la giusta motivazione, sono d’accordo con te per quanto riguarda la passione l’amore per questo mestiere o professione.
    Nel mio piccolo mi sono trovato ha fare una discussione simile con un caro amico e collega, non dico che non ami la fotografia ma per lui è un mezzo per far soldi per me i soldi sono un mezzo per fare meglio la fotografia, ed è l’alte di esprimere quello che ci circonda con la propria sensibilità mettendo anche in secondo piano il guadagno.
    La ricerca continua di stimoli e visione di nuove immagini e dei grandi maestri fa si che la mente si possa aprire e darci modo di personalizzare quanto ci piace. Per me la fotografia è un continuo aggiornamento con il passato e il futuro sono uno di quelli che pensa che tutto è stato già fatto ma tutto può essere migliorato e personalizzato in base alle nostre conoscenze.
    con stima
    Pino

  5. Edoardo" rel="external nofollow">Edoardo 24 Novembre 2012 at 12:43

    Cavolo Cristina hai toccato un tasto sulla foto in b/n molto delicato x me in questo periodo. Sono un paio d’anni che mi ci sto avvicinando e in punta dei piedi. Il b/n non è una semplice conversione in scala di grigio o una desaturazione cromatica è un modo di pensare e deve andare diretto alla ‘notizia’. In b/n se la foto non dice niente non c’é il paracadute dei bei colori. Come dice Abbas il b/n trascende la realtà. Altro che facile

  6. Edoardo" rel="external nofollow">Edoardo 24 Novembre 2012 at 12:45

    Dai Marco, Natale è l’occasione giusta per farsi regalare un bel libro 😉

  7. Edoardo" rel="external nofollow">Edoardo 24 Novembre 2012 at 12:47

    Macché ‘cultura travolgente’ credimi Valerio una qualsiasi delle persone con cui sei in contatto per Foiano Fotografia ne sa molto ma molto più di me. Io sono un piccolo autodidatta, niente più!!!!! Il problema è che c’è troppa ignoranza vera in giro e citando 4 nomi sembra che uno ne sappia tantissimo. Ma non è così

  8. Edoardo" rel="external nofollow">Edoardo 24 Novembre 2012 at 12:51

    Ciao Pino, ovviamente chi fa il fotografo di professione DEVE guadagnare, è il suo lavoro! Ma NON puoi fotografare solo per soldi. Guarda oggi il fotogiornalismo, ormai a parte pochi al mondo, non paga più. Eppure ci sono ancora moltissimi che se ne vanno in zone di guerra per documentare rischiando la vita. Chi glielo fa fare se non l’amore e la passione per il loro lavoro? Ricordo un nome su tutti Tim Hetherington!!!!

  9. Mario" rel="external nofollow">Mario 24 Novembre 2012 at 12:58

    Cosa c’è da aggiungere … Edoardo tu fai sempre delle ottime riflessioni sono perfettamente d’accordo con te ,credo che tra i fotografi di matrimonio ci sia moltissima ignoranza a livello culturale sia in generale e nello specifico , spesso quando incontro colleghi parlano solo di sensori ,pixel ecc mai nessuno che parli di FOTOGRAFIA … pazienza , io come fotografo di matrimonio ho sempre cercato di approfondire e studiare i grandi fotografi ma non solo , anche i grandi pittori andando alle mostre e comprando tanti libri . Solo cosi si cresce anche se come dice qualche imbecille (con la cultura non si guadagna) . Meglio farsi una bella risata e guardare oltre . Un caro saluto , ciao Mario

  10. Davide D'Ambra" rel="external nofollow">Davide D'Ambra 24 Novembre 2012 at 13:07

    Come non essere d’accordo?
    La cultura fotografica è fondamentale perchè non solo è cibo per la passione del fotografo, ma crea una base di partenza. Un’ispirazione da cui partire per la ricerca del proprio stile, di cosa e come si vuole fotografare.
    Mi ha fatto piacere trovare, tra i vari fotografi menzionati nel post, Bruce Gilden. Ho avuto la fortuna di essere suo allievo e, nonostante il suo stile e ciò che fotografa non sia alla “portata” di tutti, nonostante sia un personaggio molto particolare, mi ha dato la spinta giusta. Il consiglio migliore: “Shoot who you are”, fotografa chi sei. E la cultura fotografica, intesa come tutto ciò che si studia e si vede in fotografia contribuisce in maniera fondamentale a farci capire chi siamo. Io sono ancora alla ricerca di molte cose, ma la base di partenza è solida.
    E così ho detto anch’io la mia… Ciao Edoardo, ti seguo sempre.

  11. Pino Coduti 24 Novembre 2012 at 13:21

    Carissimo Edoardo, come sempre quando vai in “affondo” arrivi dritto all’obbiettivo. Condivido parola per parola quello che hai scritto e anche io nei miei ultimi workshop ho cercato di spostare il ” peso ” degli incontri più su questi contenuti.
    E questo nonostante il mio, comunque e sempre troppo ristretto, background fotografico personale sia estremamente diverso dal tuo: anche io non ho fatto istituti d’arte e come te ho cercato di aprire la mia mente, amando follemente il colore ed il ritratto classico, però ho investito molto nel conoscere i grandi della pittura e del ritratto ( da De la Tour a Vermeer, da Caravaggio a Goya, oppure di farmi permeare dalle vedite degli impressionisti come Monet o ancora le ballerine di Degas) tutto questo è evidente ( nel bene e nel male) in quello che è il mio lavoro.
    Negli ultimi anni con il pregio della stampa Giclée mi sono tuffato nell’approfondire l’universo del Bianco e Nero, di cui tu sei un assoluto maestro 🙂 , e quindi ho ripreso un nuovo entusiasmo. Mi rendo conto che morirei se mi fermassi di studiare ed approfondire, al di là degli obbiettivi-fotocamera-canon-nikon-livelli-profili-canali-ecc ecc, ma siccome “siamo quello che mangiamo” la frase di Ansel Adams corona perfettamente il pensiero che volevi esprimere e che ribadisco condivido profondamente.
    Con profonda stima ed amicizia.
    Pino Coduti

  12. Edoardo" rel="external nofollow">Edoardo 24 Novembre 2012 at 13:28

    Grande Mario, credo che sia importante anche la tecnica, ma senza conoscenza siamo tutti molto limitati. Sono felice che anche tra i matrimonialisti come te ci sia interesse ad andare oltre i pixels 😉

  13. Edoardo" rel="external nofollow">Edoardo 24 Novembre 2012 at 13:30

    Davide, di Gilden mi piace il suo approccio allo scatto, vorrei proprio sapere come fa a relazionarsi in certi ambienti. E’ un omone d’accordo, ma quello che ha fatto è incredibile.

  14. Edoardo" rel="external nofollow">Edoardo 24 Novembre 2012 at 13:32

    Ciao Pino, non usiamo termini impropri ‘maestro assoluto del b/n’ 😉 Sono altri veri maestri. Yes la pittura potrebbe essere un’altra fonte di studio e di ispirazione. Sto studiando storia dell’arte e mi sta appassionando sempre più!!!!!!! Un abbraccio ricambiando stima e amicizia

  15. Avere cultura fotografica fa scattare meglio? | Jody::Riva" rel="external nofollow">Avere cultura fotografica fa scattare meglio? | Jody::Riva 27 Novembre 2012 at 14:21

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  16. claudio 7 Febbraio 2013 at 10:22

    Ciao Edoardo, grazie per questo e per gli altri articoli, che aiutano a crescere e capire. purtroppo in giro si vedono tanti “fotografi” che ormai altro non sono che dei commercianti, felici delle loro foto sempre uguali solo perchè a qualcuno piacciono, che non hanno voglia di continuare a imparare, a studiare, a capire e che la passione non sanno piu cosa sia (forse non l’hanno mai saputo). Sto cerando un approccio superiore nei confronti della fotografia nell’ultimo periodo, e nelle tue parole trovo i giusti spunti che vado cercando. Grazie ancora, Claudio

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