Il formato verticale in fotografia: moda o nuova grammatica visiva?
Il formato verticale è diventato una vera e propria firma della fotografia contemporanea, spinto principalmente dall’uso intensivo degli smartphone, dalla popolarità delle piattaforme social come Instagram, TikTok e Snapchat e dai blog che richiedono, ai fini del loro impaginato, immagini prevalentemente verticali. Le storie e i video verticali dominano il panorama fotografico digitale, grazie alla loro capacità di adattarsi perfettamente alla fruizione sullo schermo dello smartphone. Ma questa tendenza non è solo una questione di praticità: ha anche implicazioni profonde sul modo in cui si raccontano storie visive.
Una grammatica visiva diversa
Il verticale in fotografia richiede un approccio completamente diverso rispetto all’orizzontale. A livello estetico, obbliga a concentrarsi sul soggetto principale, eliminando distrazioni ai lati e creando immagini più intime e dirette. Questa composizione storicamente viene associata ai ritratti e agli elementi architettonici, dove le linee ascendenti e la verticalità naturale dei soggetti possono essere enfatizzate.
Tuttavia, non tutte le scene si adattano facilmente a questo formato. Ad esempio, un paesaggio ampio o una scena corale rischiano di perdere dettagli significativi se confinati in uno spazio stretto e allungato. Il formato verticale, dunque, deve essere una scelta consapevole e non un vincolo imposto dal mezzo o dai trend, cosa che invece si nota sempre più spesso soprattutto nella fotografia di matrimonio.
Pensare verticale: progettare, non adattare
Un aspetto cruciale spesso trascurato è che il formato verticale deve essere concepito già in fase di scatto. Adattare una fotografia orizzontale al verticale con un ritaglio postumo è una forzatura visiva che compromette la composizione e il messaggio dell’immagine. Ritagliare dopo significa sacrificare dettagli essenziali o alterare il bilanciamento originario, il taglio può eliminare elementi importanti, come il contesto, o parti della scena che arricchiscono la narrazione.
Naturalmente dalla rottura consapevole delle ‘regole classiche’ si possono ottenere delle fotografie più potenti. Nel ritratto, ad esempio, storicamente legato a uno sviluppo verticale, il taglio orizzontale è un’opportunità per raccontare una storia più ampia, giocando con il contesto, il vuoto e le interazioni. È una scelta che permette di andare oltre la figura principale, includendo il mondo che la circonda e arricchendo l’immagine con dettagli che amplificano il messaggio visivo. Un altro grande vantaggio del formato orizzontale nel ritratto fotografico è la possibilità di lavorare con il vuoto, i cosiddetti spazi negativi. L’assenza di elementi può diventare un elemento narrativo potente, soprattutto nei ritratti minimalisti. Un ritratto orizzontale non si limita a mostrare, ma invita a esplorare contestualizzando la figura. Tuttavia, come già sottolineato, richiede consapevolezza e progettazione. Non è una semplice alternativa al verticale, ma un linguaggio a sé, capace di evocare emozioni e creare connessioni profonde tra il soggetto e il suo ambiente. Deve essere pensato così da diventare una finestra aperta su una storia, un momento, o un’intera vita.
Un dialogo creativo tra verticale e orizzontale
La tensione tra verticale e orizzontale riflette la contrapposizione tra contemporaneo e classico, tra consumo immediato e narrazione tradizionale. Il formato orizzontale, radicato nella pittura e nel cinema, evoca stabilità, equilibrio e una visione completa del mondo. È il formato delle vedute panoramiche e delle composizioni che raccontano storie complesse. Il verticale, al contrario, rappresenta il presente: dinamico, pratico e adattato a una società che vive di schermi verticali. Addirittura la disposizione delle merci nei supermercati viene studiata per una visione dall’alto in basso e non più da sinistra a destra come la cultura classica occidentale c’insegna.
Conclusione: scegliere il formato come atto creativo
Il formato verticale non è semplicemente una moda, ma una nuova grammatica visiva che offre opportunità uniche, a patto di essere pensato fin dall’inizio. Sfruttarlo significa imparare a giocare con le linee, i vuoti e le proporzioni, adattando la composizione alle sue caratteristiche specifiche. Allo stesso tempo, non bisogna cedere alla pressione sociale che lo impone come unico standard. La vera creatività sta nel sapere scegliere il formato più adatto per raccontare la propria storia, rompendo le regole quando necessario e senza lasciare che i trend limitino la visione artistica.