Per cortesia abbiate almeno la decenza di non chiamarvi fotografi
Tutti gli scatti che vedete in questo articolo NON sono estrapolati da un video. Sono momenti, attimi di consapevolezza visiva, ‘Fotografie vere’. Talvolta ho fatto 10-15 scatti per ottenere quello pubblicato, altre volte solo uno.
Era da tempo che volevo affrontare questo argomento e la spinta finale me l’ha data un collega con cui mi sono confrontato. In realtà mi chiedeva cose pensassi delle foto estrapolate da video 4K. Un paio di anni fa se ne sentiva solo parlare mentre adesso è una realtà abbastanza consolidata. Tra l’altro sono già in vendita camere da 5K, 6K addirittura 8K come la Red, che ha dei prezzi ancora proibitivi, ma è solo una questione di tempo. A breve passeranno consumer e verranno montate sugli smartphone di prossima generazione.
Il digitale ha profondamente cambiato l’approccio allo scatto – si producono molte più fotografie non pensate e decisamente inutili – se dovesse prendere campo questo modo alternativo di prendere immagini credo che avremmo a che fare con una trasformazione epocale nel concetto stesso di essere fotografo e di fare fotografia.
Quando Gardin definisce vera fotografia solo quella fatta in pellicola ovviamente eccede in purismo. Se gli interventi sull’immagine digitale si limitano allo sviluppo, cioè si agisce sui contrasti, sulle ombre, sulle luci, sul bilanciamento del bianco, sulla saturazione e poco altro, allora che tu abbia utilizzato una macchina analogica o digitale ciò che ottieni è comunque una fotografia vera. Altra cosa se inizi a togliere e aggiungere cose, oggetti che possono cambiare nella sostanza o alterare addirittura emozionalmente ciò che hai ripreso. Non è una critica all’utilizzo di Photoshop, anzi, grazie a tali tipi di manipolazioni alcuni scatti che in origine erano fotografie sono diventate arte, però hanno perso la loro natura primitiva: non più fotografie ma immagini.
La fotografia è frutto di una scelta. La scelta consapevole del fotografo di inquadrare, isolare, cogliere, aspettare quel momento, quell’attimo, quel gesto. Una scelta condizionata dalla tua sensibilità, dalla tua storia, dalla tua esperienza. Scatti perché hai visto il tuo momento decisivo ed è in quella frazione di secondo che mente, occhi e cuore trovano la loro sintonia. E’ un istante, il tuo istante. Se alla fotografia togli tutto questo ciò che ottieni è un’altra cosa, nuova ma che con l’invenzione di Talbot ha poco a che spartire.
Tirare fuori un fotogramma da un video non è Fotografia, è immagine. Purtroppo già adesso molti hanno intrapreso questa strada, altri lo faranno in un futuro prossimo. Sono coloro che denunciano la loro evidente incapacità di vedere, sono coloro che della fotografia guardano solo l’aspetto commerciale. Nell’ambito del matrimonio non si farebbero scrupoli a vendere il servizio foto e video con un solo operatore. Sono coloro che non hanno la più pallida idea di cosa vuol dire amare la Fotografia e sono pronto a scommettere che se gli chiedi cosa è La Magnum ti rispondono: una bottiglia di champagne, senza rendersi conto che in parte hanno detto la verità. Ecco se qualcuno di ‘voi’ mi sta leggendo, continui pure a estrapolare fotogrammi da un video, ma per cortesia abbia la decenza di non chiamarsi Fotografo. La Fotografia oggi più che mai ha bisogno di Autori.
Buona luce
