L’album di matrimonio, una tradizione da salvaguardare
“Credo che la massima ambizione per una fotografia sia di finire in un album di famiglia” dice Ferdinando Scianna e aggiunge “la novità introdotta dalla Fotografia, il suo scandalo, in un certo senso, consiste nel fatto che le immagini fotografiche, per la prima volta nella storia dell’umanità, ci hanno fornito immagini non fatte, ma ricevute, piccoli strappi di esistenza. Ed è per questo motivo che le incolliamo nei nostri album di famiglia”.
Da una immagine possono nascere ricordi, emozioni, sensazioni, far smuovere dentro di noi dei pensieri assopiti. Roland Barthés lo racconta bene guardando la foto stampata di sua madre. L’album è una sorta di cassetto della nostra memoria, racchiude tutto quello che è stato, è un enorme database del nostro passato, è quello che ci resta di ciò che fu’. Spesso capita di piangere, di ridire, di arrossire, di arrabbiarsi, di intristirsi, di riaccendere una speranza nello sfogliare le pagine di un album.
L’antonomasia dell’album di famiglia è certamente l’album di matrimonio, punto di arrivo di due vite diverse e punto di partenza di una nuova famiglia. Potrebbe essere il primo volume dell’enciclopedia di un nuovo vivere al quale si aggiungeranno quelli caratterizzanti il futuro cammino insieme.
Una tradizione però che rischia di scomparire.
Sempre più spesso ricevo la richiesta di avere solo le foto in formato digitale, magari pronte per essere condivise nei social network. Si sta perdendo l’idea di stampare le foto e di attaccarle nell’album. Questa assenza è stata preceduta dal cosiddetto album libro che combina le tecniche digitali con la stampa analogica. Una soluzione che non amo particolarmente; sono e resto legato, in questo caso, alla tradizione. Mi sento molto più in sintonia con nn prodotto curato a mano da bravi artigiani italiani, magari dal design contemporaneo e con materiali alternativi però sempre e comunque rilegato con le foto stampate e incollate. Credo che il piacere di sfogliare ogni pagina inframmezzata dalla velina, sia una emozione che si ripete nel tempo e che non potrà mai essere sostituita da una qualsiasi altra forma di presentazione.
Anche se ritengo che l’album rilegato sia un prodotto senza tempo, credo sia importante capire il presente e cercare di integrare il classico con il nuovo. Ben venga quindi una pen drive che raccoglie una selezione degli scatti più interessanti delle nozze. E’ indubbiamente più pratica, non ingombra, non pesa e ci si può portare ovunque. Grazie alle foto in forma digitale si può creare uno slide show da vedere sullo smartphone, si possono condividere sui social e taggare con il nome degli amici protagonisti insieme a voi nello scatto. Un modo di vedere la foto che annulla le distanze, immediato e anche spesso divertente. E’ importante quindi che il fotografo si adegui alle nuove esigenze della condivisione digitale, ma credo sia anche importante che cerchi di mantenere viva la tradizione dell’album classico. La classicità appunto, che niente ha che vedere con il vecchio, il superato, l’antico.
Credo che ognuno di noi dovrebbe saper argomentare davanti alla coppia l’importanza di un tale oggetto. La condivisione digitale è intrigante, porta alla visione di una platea molto più ampia, ma dura pochi minuti e, anche se rimane fluttuante nella rete, poi scompare sostituita dalla foto delle vacanze o dalla cena con gli amici. C’è chi arriva a proporre addirittura il ‘fotografo social’, ossia un team di professionisti armati solo di smartphone che in tempo reale durante le nozze condividono nelle varie piattaforme tutta la giornata. No, credo che si debba continuare, parallelamente alle nuove opportunità digitali, a proporre la foto stampata, magari una bella fine art su carta cotone e ad incollarla su un supporto. Ce ne sono di veramente diversi e molto belli: dalle schede di un pregiato cartoncino Fedrigoni raccolte in un contenitore di plexiglass satinato o in una scatola in legno alle pagine nere di un album 5Punto6 dal design contemporaneo o quelle avorio di un album in pelle dalla manifattura artigiana Acerboni o Bandinelli.
Quindi un elogio alla tradizione ma con un occhio sempre attento rivolto ai cambiamenti dei tempi.
Buona luce
P.S.: o citato solo 3 artigiani che fanno album handmade in Italia, ma ce ne sono molti altri altrettanto bravi oltre a numerose aziende che producono foto libri. Con i 3 citati ho una collaborazione in corso e quindi conosco personalmente i loro prodotti e ne posso parlare con causæ cognìtio