Ederlezi, il giorno di Giorgio

Alcuni giorni prima della festa si comprano le pecore e si portano al campo

Il 6 maggio del calendario gregoriano – quello ufficialmente usato in tutto il mondo – si festeggia uno dei giorni più importanti per i popoli dei Balcani. Noto anche con il termine Djurdjevdan nasce come una Slava (celebrazione di un Santo Patrono) religiosa ortodosso-serba in onore di San Giorgio ma nel tempo, a prescindere dal credo, è stata adottata dalle comunità Rom dell’area dell’ex-Jugoslavia in particolare della Serbia. In lingua romani prende il nome di Ederlezi. Nella loro tradizione diventa una sorta di festa di inizio primavera. Le famiglie si riuniscono, parenti, genitori, figli che per motivi di lavoro sono emigrati all’estero rientrano per festeggiare insieme. Si addobbano le case, ci si veste con abiti eleganti, si balla in improvvisate balere davanti a casa, ci si ‘purifica’ con l’acqua, si indossa una corona di rami dalle foglie verdi, ma soprattutto si cucina l’agnello che viene preparato fin dai giorni prima. Il rito dell’uccisione, decisamente cruento, segue la tradizione musulmana halal, cioè lo sgozzamento e il morire dissanguato dell’animale. Per gli adulti è un qualcosa di normale mentre per i bimbi viene visto quasi come un gioco. Si mangia, si beve, si danza, si accendono falò fin dalle prime luci dell’alba per andare avanti fino al mattino seguente. Per una settimana questo quartiere cresciuto ai margini della città, diventa pieno di allegria, di gioia. Le donne cucinano, gli uomini preparano i fuochi, i bambini ritrovano i genitori emigranti, si ride, si scherza, si fa festa in compagnia.

Nelle case ci si prepara agghindandosi a festa

I bambini giocano con l'animale subito dopo essere stato ucciso secondo la tradizione halal

Il giorno dopo la festa si torna alla 'normalità'

Poi tutto finisce e si torna alla normalità, la loro normalità. Chi alla discarica, chi all’accattonaggio in città, chi riprende l’auto e torna emigrante in Francia piuttosto che in Italia o in Germania.

Ho trascorso tutto il periodo che precede e segue la festa in una comunità nel sud della Serbia. Sono stato accolto come una specie di ospite d’onore, sono stati dei giorni indimenticabili sotto tutti i punti di vista.

Buona luce

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